Outdoor Passion | Notizie di sport all'aperto / Natura e ambiente  / Dal 27 aprile è stato istituito il Parco naturale dei Cinque Laghi di Ivrea

Dal 27 aprile è stato istituito il Parco naturale dei Cinque Laghi di Ivrea


È soprattutto grazie alle sue peculiarità naturalistiche che, lo scorso 27 aprile, è stato istituito il Parco naturale dei Cinque Laghi di Ivrea: una nuova area protetta regionale che interessa i comuni di Ivrea, Borgofranco, Cascinette, Montalto Dora e Chiaverano. Vediamo insieme quali sono le sue caratteristiche.

L’area dei Cinque Laghi di Ivrea si trova nell’anfiteatro morenico omonimo, in provincia di Torino, a quote comprese tra 237 e 380 m s.l.m. e comprende il Lago Sirio, il Lago di Campagna, il Lago San Michele, il Lago Pistono, il Lago Nero e, insieme ai due laghetti derivati dall’attività di estrazione della torba (Torbiera di Chiaverano e Torbiera di Bienca), costituisce uno dei più importanti comprensori lacustri del Piemonte originato per esarazione glaciale.

La porzione boscata situata tra i Laghi Sirio e Pistono, caratterizzata da substrati torbosi spessi anche diversi metri, rappresenta quanto resta dell’interramento dell’antico Lago Coniglio, dove si trovano le cosiddette “terre ballerine“, particolare formazione umida che attrae ogni anno molti visitatori, incuriositi dalla possibilità di saltare sul suolo torboso tanto elastico da scuotere e far danzare gli alberi e gli arbusti presenti.

Grazie alle peculiarità naturalistiche, geologiche e morfologiche l’area è stata riconosciuta quale Zona di conservazione speciale.

Dal punto di vista faunistico le aree lacustri eporediesi, oltre a essere importanti siti di svernamento e nidificazione per molte specie di uccelli, ospitano popolazioni di pelobate fosco o rospo dell’aglio (Pelobates fuscus insubricus), specie inclusa nella Direttiva “Habitat” 92/43/CEE per la cui conservazione è stato avviato nel 2020 il progetto LIFE Insubricus, che terminerà nel 2026. Tra i principali obiettivi del progetto, il recupero di zone umide adatte alla riproduzione di questa specie, il monitoraggio delle popolazioni e azioni di allevamento per il ripopolamento e la reintroduzione di questo anfibio anuro (cioè senza coda), attività che si svolgono in quattordici Siti Natura 2000, localizzati tra il Piemonte e la Lombardia.
Nel sito Natura 2000 “Laghi di Ivrea” sono in particolare previsti interventi di ripristino dei siti storici occupati da questa specie, oltre al potenziamento e alla creazione di nuove aree umide, con il consenso delle amministrazioni locali e in particolar modo di privati cittadini che hanno condiviso le finalità del progetto e messo a disposizione la disponibilità dei terreni.

A livello floristico è importante ricordare alcune specie di particolare interesse tipiche di ambienti acquatici e palustri come Eleocharis carniolica (specie di importanza comunitaria inclusa negli allegati II e IV della Direttiva “Habitat” 92/43/CEE) che insieme a Osmunda regalis, Hottonia palustris e Caltha palustris risultano a protezione assoluta ai sensi della l.r. 32/82; tra le specie di interesse si segnalano, inoltre: Najas marina, Cladium mariscus, Ludwigia palustris, Helosciadium nodiflorum, Eleocharis ovata, Eleocharis palustris, Cyperus glomeratus e Cyperus michelianus.

Tra le specie arboreo arbustive che caratterizzano i boschi igrofili e meso-igrofili, spesso legati ad ambienti paludosi o spondali, sono più frequenti ontano nero (Alnus glutinosa), frassino (Fraxinus excelsior), salice bianco (Salix alba), farnia (Quercus robur) e pioppi (Populus spp.).

L’area dei Cinque Laghi di Ivrea, oltre a costituire uno dei più importanti comprensori lacustri del Piemonte, è caratterizzata anche da zone più secche legate agli affioramenti rocciosi tipici di questo complesso naturale, dove vegetano specie xerotermofile, che ben si adattano a lunghi periodi siccitosi e al calore raccolto e rilasciato dalle rocce affioranti, come i boschi di roverella (Quercus pubescens). Sulle creste soleggiate la roverella si accompagna a distese di brugo (Calluna vulgaris), ginestra dei carbonai (Cytisus scoparius) e un variegato substrato erbaceo (Molinia spp., Festuca ovina, Hypericum perforatum, Dianthus spp., Anthericum ramosum). Sulle rocce si è ambientato e diffuso il fico d’India nano (Opuntia humifusa), pianta succulenta originaria degli Stati Uniti orientali, dalla straordinaria capacità di adattamento al freddo dei nostri climi.

Per quanto riguarda gli habitat di interesse naturalistico, è possibile riscontrare numerosi ecosistemi in funzione delle diverse caratteristiche ecologiche: zone di acqua libera, caratterizzate dalla presenza di specie vegetali radicate sul fondo, galleggianti o sommerse; cenosi igrofile di interramento, caratterizzate da comunità elofitiche conosciute come canneti e magnocariceti; popolamenti dei banchi fangosi, formazioni annuali a sviluppo tardivo tipici dei sabbioni e dei fanghi temporaneamente inondati; boschi igrofili, caratterizzati da formazioni arboreo-arbustive che si sviluppano in particolari condizioni idriche dovute alla falda freatica e/o al ristagno. 

Nonostante il bosco di nuova formazione abbia ricolonizzato i versanti delle colline dei Cinque Laghi, si riscontrano ancora tracce del passato utilizzo di questi ambienti, in particolare risultano ancora ben conservati i terrazzamenti in muratura a secco sui quali viene tuttora coltivata la vite, introdotta ancora prima della venuta dei romani, con la tipica struttura a pergola che è valsa a una manciata di comuni all’imbocco della Valle d’Aosta la candidatura per il Registro nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico. Nei boschi restano poche tracce dei “pilun” (le colonne in pietra che sorreggono la pergola), ma è ancora molto diffusa la presenza del castagno (Castanea sativa) che analogamente alla vite veniva coltivato sui terrazzamenti per frutti e legname durevole.

Lungo i sentieri che attraversano questi boschi si possono osservare resti dell’acquedotto romano che riforniva l’antica Eporedia, costituito da un condotto coperto in muratura che si snoda per un tracciato di oltre sette chilometri, con presumibile partenza dal Maresco di Bienca e che attraversa tutta la zona dei Cinque Laghi.

Le peculiari morfologia e geologia dell’area, unitamente a uno specifico microclima, concorrono a determinare la presenza di un’elevata eterogeneità ambientale e, di conseguenza, di un elevato tasso di biodiversità, particolarmente apprezzabile in relazione all’alternanza tra zone umide e ambienti secchi.

Fonte Piemonte Parchi

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.